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Elementi chiave del piano di pesca sostenibile della Commissione europea nell’Atlantico

Imagen de Grupo Hinojosa

10 de julio de 2018

Nel marzo 2018 la Commissione europea (CE) ha proposto un piano per promuovere la pesca sostenibile nelle acque dell’Atlantico occidentale. L’obiettivo èmantenere le zone di pesca a livelli biologici adeguati.

Nel marzo 2018 la Commissione europea (CE) ha proposto un piano per promuovere la pesca sostenibile nelle acque dell’Atlantico occidentale. L’obiettivo è mantenere le zone di pesca a livelli biologici adeguati.

La proposta della CE, che si estende dal Golfo di Cadice all’ovest della Scozia, si concentra sulla pesca responsabile delle specie demersali (che vivono sul o in prossimità del fondale) come la rana pescatrice, il gallo o il nasello, e colpisce una delle aree di grande attività della flotta spagnola.

Attualmente la pesca in queste acque è regolata da cinque piani distinti, che la Commissione Europea intende riunire in un unico programma pluriennale europeo. Una proposta che interesserebbe le flotte di Belgio, Germania, Francia, Irlanda, Portogallo, Regno Unito e Spagna in questa regione dell’Atlantico. Data la possibilità di ridurre i piani a uno, il Ministero dell’Agricoltura e della Pesca, dell’Alimentazione e dell’Ambiente chiede che il nuovo piano europeo rispetti le specificità tra le aree del nord e del sud.

Essi sostengono che esistono numerose differenze tra le acque sud-occidentali e nord-occidentali, come la dimensione delle imbarcazioni, la dimensione delle flotte per numero di unità o lo sviluppo dell’attività di pesca.

Inoltre, la Spagna chiede anche di rendere più flessibili le normative europee, che vieteranno i rigetti (cattura indesiderata di pesci che poi, morti, vengono gettati in mare) in tutte le zone di pesca a partire dal prossimo anno.

La proposta della CE gestirà specie tra cui merluzzo, galli, rana pescatrice, nasello, gamberi e sogliole. Sebbene il piano cerchi di garantire la sostenibilità ambientale grazie alla pesca responsabile, organizzazioni ambientaliste come Oceana hanno affermato che si tratta di una proposta insufficiente per preservare gli ecosistemi dell’Atlantico.

Oceana ritiene che il piano comunitario fissi limiti di cattura sostenibili solo per 16 specie demersali e ignori la sostenibilità dell’ambiente marino nel suo complesso. Secondo l’organizzazione, gli standard sono più bassi per le catture accidentali e questo significa che le specie meno redditizie potrebbero soffrire di una pesca eccessiva.

Tuttavia apprezzano che il piano pluriennale consenta l’attivazione di misure di salvaguardia nel caso in cui lo stock scenda al di sotto dei livelli di sicurezza.

Questo piano si inquadra anche nella Politica Comune Europea della Pesca (PCP), dove si stabilisce che le zone di pesca devono raggiungere la massima performance sostenibile entro il 2020, realizzando sfruttamenti a livelli biologici sicuri che aiutino la conservazione dei nostri ecosistemi .

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