Ma facciamo un viaggio indietro nel tempo. Inizia il XX secolo: i progressi politici e sociali sono palpabili nelle strade, l’innovazione tecnologica brilla più che mai e ci connette attraverso il telefono, la radio, le strade e persino l’aria! Il mondo sta cambiando e la responsabile principale è l’industria.
Dalla produzione tessile a quella chimica, passando per quella alimentare: tutti i settori hanno avuto alle spalle grandi donne, i cui nomi non sempre compaiono nei libri di storia. Proprio in una di queste fabbriche, ad esempio, ha origine la Giornata internazionale della donna. Il 25 marzo 1911, un incendio divampa nella Triangle Shirtwaist Factory di New York, causando la morte più di 140 operaie. La catastrofe fu un punto di svolta, e si rivelò fondamentale per avviare una serie di cambiamenti. Si dice, inoltre, che l’incendio tinse il cielo di viola, trasformando questo colore in un simbolo.
Noi di Hinojosa abbiamo l’essenza industriale nel nostro DNA e apprezziamo il ruolo fondamentale che le donne svolgono in aziende come la nostra. Per questo vogliamo rendere omaggio a quelle donne pioniere che, con il loro talento e la loro determinazione, hanno trasformato il settore e migliorato le nostre vite. Per dare visibilità ai loro lasciti, abbiamo scelto sei profili di donne che hanno segnato un prima e un dopo nel settore.
Vi va di scoprirle con noi?
Mary Elizabeth Walton, pioniera dell’attivismo ambientale
Mary Walton, un’ingegnera americana, fu considerata una delle prime attiviste ambientali della storia. Nel 1879 progettò un sistema per intrappolare i gas inquinanti emessi dalle fabbriche e dai motori a vapore. Questa invenzione contribuì a ridurre in modo significativo l’inquinamento nelle città industriali, dimostrando la sua attenzione per l’ambiente molto prima che diventasse una sfida globale.
Inoltre, nel 1881 sviluppò un meccanismo per ridurre l’inquinamento acustico emesso dai treni. Avvolgendo il legno con ovatta e sabbia, riuscì a ridurre il rumore nelle aree urbane, migliorando il riposo di tutti coloro che ci abitavano e, in generale, la loro qualità di vita.
Beatrice Warde e la rivoluzione della tipografia
Beatrice Warde (1900-1969) è stata una tipografa, scrittrice e designer editoriale famosa in tutto il mondo per il suo lavoro di diffusione della comunicazione visiva.
In particolare, Warde, con lo pseudonimo di «Paul Beajuon», ha sostenuto la tipografia come strumento per entrare in contatto con il pubblico, migliorare la leggibilità e perfezionare l’identità visiva dei prodotti. Le sue innovazioni tipografiche hanno permesso di superare gli standard dell’epoca e hanno lasciato un’eredità fondamentale nel graphic design moderno.
Tenendo conferenze presso università e case editrici, è stata una delle prime donne ad occuparsi di tipografia a livello internazionale a conquistare una posizione di rilievo nel settore.
Margaret E. Knight, l’inventrice del packaging moderno
Margaret E. Knight (1838 – 1914) è stata un’ingegnera e inventrice americana, considerata una delle donne più influenti e prolifiche del suo tempo. Per il suo talento e la sua creatività, fu soprannominata “l’Edison delle donne”.
Tra i suoi progetti migliori, segnaliamo la macchina per la produzione di sacchetti di carta con fondo piatto. Questa scoperta non solo ha rivoluzionato l’industria degli imballaggi, ma ha anche cambiato il modo di trasportare e conservare i prodotti, gettando le basi per un packaging più sostenibile, efficiente ed economico.
Tra le altre cose, Knight ha progettato una macchina per tagliare le scarpe, meccanismi per migliorare i motori a vapore, sistemi per migliorare la sicurezza nelle fabbriche e ha apportato grandi innovazioni nell’industria tessile. In totale, Margaret ha registrato più di 90 invenzioni e 26 brevetti durante la sua vita.
Nina Goodrich, un punto di riferimento per il packaging sostenibile
Nina Goodrich è un’esperta di sostenibilità ed economia circolare, riconosciuta in tutto il mondo per il suo lavoro legato allo sviluppo di soluzioni per un packaging più sostenibile. La sua carriera si è concentrata sull’innovazione dei materiali e sulla riduzione dell’impatto ambientale degli imballaggi nell’industria.
Fino al 2022 è stata direttrice esecutiva di Green Blue e, fino al 2021, direttrice della Sustainable Packaging Coalition (SPC), un’organizzazione che promuove pratiche responsabili e sostenibili nel settore degli imballaggi. Ha inoltre lavorato allo sviluppo di materiali biodegradabili e riciclabili, aiutando le grandi aziende a ridurre la loro impronta ecologica.
Irma Boom, l’architetta del libro
Irma Boom, nata nel 1960, è una graphic designer e tipografa olandese, riconosciuta a livello mondiale per il suo lavoro di progettazione di libri innovativi. È specializzato nella creazione di libri d’artista che usano formati e layout insoliti e sfidano il design editoriale tradizionale. Nel 1991 ha fondato il suo studio Irma Boom Office, specializzato nella creazione di libri sperimentali. La sua opera più nota è il libro del Rijksmuseum (2016), un libro senza inchiostro in cui le immagini sono in rilievo. Nel corso della sua carriera ha lavorato per importanti istituzioni e marchi come Rijksmuseum, Chanel, Vitra e MoMA.
Nel 2013, in collaborazione con il Rijksmuseum, ha progettato una collezione di packaging per prodotti alimentari, trasformando gli imballaggi in una forma d’arte. Boom è stata anche insegnante, conferenziera e vincitrice di numerosi premi di fama mondiale, come il Premio Gutenberg e il Premio Johannes Vermeer, il più alto riconoscimento culturale dei Paesi Bassi.
Neri Oxman, per l’eco-design dei materiali
Neri Oxman, nata nel 1976 in Israele, è un architetta, designer, scienziata e professoressa nota per il suo lavoro nel campo della Material Ecology, una disciplina che unisce il design con la biologia e l’ingegneria.
Il suo approccio rivoluzionario, che combina natura e tecnologia, studia come i materiali possano essere progettati in modo più sostenibile e integrato con l’ambiente. Neri ha studiato architettura in Israele prima di conseguire il dottorato di ricerca presso l’MIT Media Lab, dove ha fondato e diretto il Mediated Matter Group e ha sviluppato diversi materiali ispirati ai processi biologici. Sostiene il concetto di Material Economy, in cui il design si ispira alla biologia per creare strutture più sostenibili.
Ha collaborato con istituzioni e marchi come la NASA, il MoMA e Chanel, portando le sue idee in un’ampia gamma di settori. I suoi progetti sono stati esposti in musei come il MoMA, il Pompidou e lo Smithsonian. Oggi continua a esplorare nuovi modi di integrare biologia e tecnologia per rivoluzionare la produzione e la progettazione.
La storia è piena di figure femminili che ci ispirano a continuare a impegnarci nell’innovazione e, soprattutto, a continuare a lavorare per un pianeta più vario, equo e sostenibile.