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Verso un futuro riciclabile al 100%.

Imagen de Grupo Hinojosa

1 de abril de 2019

Fornire al mercato imballaggi meno dannosi per l’ambiente è una responsabilità importante.

La cosiddetta Strategia europea sulla plastica, lanciata dall’Unione Europea, richiede che nel 2030 tutti gli imballaggi in plastica siano riciclabili, riutilizzabili o compostabili. Rispondono cioè ai criteri che contraddistinguono la cosiddetta economia circolare. Mancano ancora più di 10 anni prima che i rigori della certificazione 18604:2013 entrino pienamente in vigore, ma le aziende interessate non possono rinviare questo tipo di azione troppo a lungo. Il pianeta (e i consumatori) lo richiedono, e ci sono anche comunità autonome che hanno anticipato queste esigenze, allo stesso modo di alcuni clienti. Per ragioni come questa, Cipasi è stato un pioniere nel settore, diventando la prima azienda a certificare che tutti i suoi imballaggi in polipropilene cellulare sono riciclabili.

Ma cos’è la normativa 18604:2013?

È un altro degli standard fondamentali dell’ambito delle certificazioni ISO. Più nello specifico, è quello che stabilisce le procedure e i requisiti che gli imballaggi devono soddisfare per essere considerati riciclabili. Ciò si ottiene solo quando tutti i componenti soddisfano individualmente i criteri. Cioè, come confermato dall’Organizzazione internazionale per la standardizzazione (ISO), è sufficiente che uno di essi non rispetti le < strong >criteri ISO 18606:2013 in modo che l’intero imballaggio nel suo insieme non sia considerato riciclabile.

Tuttavia, questo non può essere considerato un ostacolo per un corretto riciclaggio, poiché l’ISO contempla l’opzione che i materiali possano essere facilmente separati per riciclare quelli che soddisfano i criteri del riciclaggio organico.

Un dovere imprescindibile

Questa dichiarazione di riciclabilità degli imballaggi e un chiaro impegno per la sostenibilità è un compito che riguarda tutti, ma soprattutto il tessuto produttivo. Mantenere una politica ambientale adeguata è qualcosa richiesto da diverse normative, ma anche dal consumatore, che valuta positivamente le soluzioni più rispettose. È nel settore agroalimentare che questo tipo di misure ha il maggiore impatto, motivo per cui è così importante che Cipasi possa garantire che soluzioni di packaging innovative come Freshbox soddisfino tutte le esigenze di confezionamento, e anche con le più avanzate normative europee.

E non c’è dubbio che partner come Hinojosa siano responsabili di essere in prima linea nell’innovazione in questo campo, per completare con successo le sfide poste da questi fronti. La necessità di una transizione è sempre più chiara, ma le soluzioni proposte devono coniugare esigenze di cura del prodotto confezionato, sicurezza alimentare e criteri ambientali.

Nel 2019 c’è ancora un ampio margine di miglioramento, ma all’orizzonte il packaging biointelligente può già essere visto come una rivoluzione molto vicina. In questo senso è importante avere ben chiaro cosa implica l’etichetta “bio”, per non generare confusione. Attualmente si possono identificare tre tipologie di materiali candidati per l’etichetta BIO: materiali biodegradabili che vengono convertiti in CO2, acqua e biomassa; i compostabili che si biodegradano dopo un processo industriale o quelli che includono direttamente tra i loro componenti materiali autenticamente biologici.

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